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Come scaricano lo stress i chirurghi oncologi dello IOV?

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dott. Castoro e dott. Cagol, felici al termine della ferrata
Per vedere le foto della ferrata, clicca qui.  Per leggere una esauriente descrizione della via attrezzata con foto, clicca qui. A un amante della montagna come me, tenente della Julia, non poteva sfuggire l'avventura del dott. Carlo Castoro, direttore dell'Unità chirurgica dei tumori dell'esofago dell'Istituto Oncologico Veneto (IOV). Si è fatto convincere, dal suo primo assistente dott. Matteo Cagol, noto alpinista del CAI di Padova, con all'attivo alcune centinaia di scalate nelle Alpi come capocordata, a percorrere, per la prima volta, una via attrezzata  impegnativa sul Montalbano (Trentino). Trovo in internet che la ferrata che hanno scalato è una di quelle toste, da affrontare con buona preparazione fisica e ottima tecnica, anche di arrampicata. I tratti esposti sono molti e i due traversi iniziali, con appoggi molto unti, ne sono la massima espressione. Nella parte alta alcune pareti verticali sono state attrezzate per intero con pioli per agevolare il passaggio ma anche con questi, alcuni, possono trovare difficoltà vista la verticalità della parete e la distanza tra i pioli. È considerata una delle vie più difficili della regione. Offre un'arrampicata divertente e varia su un percorso immerso in un ambiente molto suggestivo. Richiede un notevole impegno atletico, in quanto risale una parete verticale, in alcuni tratti addirittura strapiombante, e l'utilizzo di mezzi artificiali è ridotto al minimo indispensabile. Le caratteristiche di verticalità e continuità, unite alla notevole esposizione ed alla limitatezza delle attrezzature, la avvicinano molto ad una vera e propria scalata. Richiede quindi una buona preparazione fisica e tecnica.

E' una Via ferrata che dopo molti anni dalla sua realizzazione -1976- è stata completamente rifatta con caratteristiche e disposizione delle attrezzature che ricordano molto le Vie attrezzate francesi. Il percorso che di per sé sarebbe ricco di diedri-camini-placche viene di fatto superato attraverso una notevole serie di cambre metalliche, in linea retta, senza possibilità e necessità di toccare roccia. Roccia che risultando però piuttosto "unta" sarebbe comunque di scarso aiuto. Tecnicamente le difficoltà della "nuova Mori" sono calate notevolmente però l'esposizione è rimasta ovviamente la stessa e quindi, in particolare alcuni traversi, NON sono assolutamente da banalizzare. In particolare proprio quest'ultimi hanno mantenuto parzialmente una certa dose adrenalinica che richiede di muoversi con cautela in quanto raramente, la roccia "unta" trasmette fiducia negli appoggi dei piedi. A tal proposito originali alcune zigrinature artificiali create per ovviare proprio alla mancanza di grip.

Tra le 52 scuole di specializzazioni in medicina istituite dall'Università di Padova, quelle in chirurgia sono tra le più impegnative (durata 5 e 6 anni). Terminata la specializzazione si devono fare dei concorsi per avere un posto in un ospedale. Chi sceglie poi di fare chirurgo oncologo merita tutta la nostra stima e riconoscenza per la sua professionalità e umanità, non è da tutti. Il volontariato e la mia patologia oncologica mi hanno fatto conoscere l'equipe chirurgica del dott. Carlo Castoro. Fanno parte dell'equipe: la dott.ssa Rita Alfieri, il dott. Matteo Cagol e il dott. Marco Scarpa (vedi foto). Sono un gastrectomizzato operato però non dall'equipe dello IOV ma dal dott. Bruno Martella della chirurgia geriatrica, ora soppressa. Posso testimoniare, ho l'ufficio di volontariato nello stesso piano degli studi della chirurgia oncologica dello IOV, che alla fine dell'intervento chirurgico, ad esempio al cardias, all'esofago o allo stomaco, che dura diverse ore, la stanchezza è tanta ma la soddisfazione di aver probabilmente salvato una vita è altrettanto importante.
Ma torniamo all'avventura alpinistica del dott. Castoro. Per la prima volta in vita sua, il Dott. Carlo Castoro, classe 1957, ha affrontato la via attrezzata suindicata. Gli fa fatto da guida il suo primo assistente chirurgo dott. Matteo Cagol, noto alpinista Padovano con all’attivo centinaia di scalate da capocordata nelle Alpi. Afferma il dott. Cagol che la scelta del percorso è coerente con l'alto livello chirurgico del suo primario; qualcuno ha avanzato un'ipotesi da film giallo.
Insieme ai due chirurghi era presente anche  Ivo Tarolli, classe 1950, Senatore della Repubblica nella XIII e XIV legislatura.


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